La zona occidentale dell’Isola d'Elba presenta il rilievo più importante della zona, ovvero il massiccio del Monte Capanne, che raggiunge un’altezza di 1019 m. In passato durante la formazione dell’Isola, la crosta continentale si distese provocando un assottigliamento della crosta terrestre e ne derivò la risalita del plutone che portò alla formazione del Monte Capanne, circondato alla base da rocce metamorfiche, scisti e marmi. Sul monte Capanne si trovano alcuni tra i sentieri più belli da percorrere, in passato importanti collegamenti con i paesi di Marciana, Poggio, San Piero, Sant’Ilario e i centri della costa come Marciana Marina, Sant’Andrea, Chiessi e Pomonte. La vegetazione presenta boschi di castagno, tassi, carpino nero e nelle zone più fresche la felce mentre Giungendo ad una certa altitudine vi sono piante presenti anche sull’ Appennino e sul massiccio corso-sardo. Vi sono poi bellissimi esemplari come il fiordaliso del Monte Capanne, la Viola corsica, il tulipano e l’orchidea montani, l’anemone dell’Appennino, oltre ad una grande varietà di funghi in autunno. La viola del monte Capanne, è un endemismo di questa montagna, con una colorazione che va dal viola al giallo, cresce tra le rocce o nella stessa zona della Ginestra di Salzmann (presente anche in Corsica). Per quanto riguarda la fauna è possibile individuare mufloni, cinghiali, martore, lepri e ricci. La cabinovia del Monte Capanne congiunge direttamente la base del monte con la cima, raggiungibile anche tramite meravigliosi sentieri immersi nella natura. Giunti sulla vetta, nei giorni più limpidi si possono ammirare Montecristo, Gorgona, Corsica, Pianosa, Capraia. Recentemente è stato realizzato il “Santuario delle farfalle”, nella zona sotto il Capanne, un sentiero tematico che illustra attraverso una serie di cartelli i vari tipi di farfalle. Durante l’Età del Rame e l’inizio dell’Età del Bronzo, il Capanne diviene un importante luogo di culto per gli abitanti; sul territorio vengono eretti i menhir, monumenti funebri, costituiti da massi conficcati nel terreno. Nello stesso periodo la zona del Monte Capanne vide un’intesa attiva pastorizia, che ebbe un ruolo importante nell’economia per molto tempo. Qui possiamo individuare le tracce di antichi insediamenti, così come in altre parti del territorio. Si tratta dei Caprili. Strutture dalla forma circolare o ellittica con mura a secco, mentre il tetto veniva costruito con frasche o a volte con tetti in pietra formati da anelli che divenivano sempre più stretti giungendo verso la sommità.Del periodo romanico restano oggi sull’Isola e nella zona, alcune pieve in granito, ovvero le chiese del popolo nate nelle posizioni più significative per i villaggi e per le comunicazioni. Generalmente si tratta di chiese di dimensioni modeste, con una navata con abside semicircolare, tetto a capanna, monofore che consentivano alla luce di entrare e campanile a vela. Tra le chiese i cui resti sono ancora visibili sull’Isola, vi sono la chiesa di Santo Stefano alle Trane, la chiesa di S. Michele a Capoliveri, la chiesa di San Piero in Campo, la Pieve di San Giovanni Battista nella zona di Marina di Campo, la Pieve di San Lorenzo a Marciana, San Frediano tra Pomonte e Marciana.
Sempre in questa zona esisteva un tempo, il paese di San Biagio, distrutto a causa dell’ incursione piratesca comandata da Dragut. Nel 1553 dopo aver tentato di entrare a Cosmopoli fallendo, i pirati si riversarono sugli altri paesi come Capoliveri e San Biagio. Gli abitanti riuscirono a respingere l’incursione grazie all’aiuto degli abitanti di Campo e Marciana, ma durante la ritirata i pirati diedero fuoco a San Biagio che andò distrutto e abbandonato.
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